Lo sdegno non è solo quello della piazza e del comune di Bologna ma lo sdegno è di tutti i bolognesi nel mondo! Le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Prevenire i rigurgiti d'intolleranza, accertare la verità", ovviamente fanno sciogliere in un lungo applauso le persone presenti in Piazza delle Medaglie d'Oro ma fanno anche molto pensare chi, in quella piazza per diverse ragione, non ha potuto esserci ma che ricorda vividamente, quel triste 2 agosto 1980.
Un corteo silenzioso, formato da persone d'ogni età ma soprattutto da tanti giovani, è partito questa mattina da Piazza Maggiore alle 9.15 ed è poi sceso, con migliai di persone a suo seguito, per via Indipendenza per poi arrivare nella Piazza della Stazione. Alcuni cartelli portati dai manifestanti stavano a sottolineare la mancanza di verità sulle stragi avvenute in Italia. Alle 10.25 in punto, c'è stato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della strage.
Ovviamente i presenti, ma ripeto non solo loro, si sono sentiti molto colpiti dall'assenza, per il secondo anno consecutivo, di figure di spicco del gorverno, l'unico rappresentate presente alla manifestazione oggi era il Prefetto, Angelo Trafaglia. L'ultimo esponente di spicco dell'esecutivo a prendere la parola fu Sandro Bondi nel 2009, ministro della Cultura in quel momento. Fu pesantemente fischiato dai presenti.
Quando Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, prese la parola questa mattina, di fronte allo squarcio della sala d'aspetto della stazione che inghiottì 85 persone e ne ferì 200, fu ascoltato ed applaudito a lungo dai presenti perché con la sua testimonianza e con le sue parole colse il dolore, la frustrazione e la voglia di verità di molti.
Paolo Bolognesi nel suo intervento disse ai presenti: "Nei confronti dei parenti delle vittime, non solo della strage di Bologna, il governo ha avuto un comportamento inqualificabile, quest'anno come l'anno scorso non ha inviato alcun rappresentante istituzionale a Bologna. La strategia sembra quella del silenzio, la volontà quella di far dimenticare. Vorrebbero dimenticare e che anche noi dimenticassimo. Ma noi non dimentichiamo. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo. La nostra battaglia non è finita".
Anche il neo sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha avuto applasi a conclusione del suo discorso in quanto ha sottolineato: "Dispiace e colpisce l'atteggiamento del governo. Si possono non avere risposte nuove in politica, ma non si può mancare di rispetto. Si può non avere risposte ma non si può non avere il coraggio e la responsabilità".
Paolo Bolognesi ha anche difeso la magistratura dicendo che è spesso stata definita "un covo di malati di mente, di eversori, equiparata a terroristi delle Brigate Rosse e addirittura un cancro da estirpare. Riteniamo che queste siano frasi molto gravi: ciò che ci ha ferito è che alcuni di questi duri attacchi sono arrivati da elevatissimi livelli istituzionali e anche da chi è stato iscritto alla loggia massonica P2, come il presidente del Consiglio".
Addirittura Famiglia cristiana scrive che "davanti alla strage della stazione di Bologna si continua a opporre da parte del Governo il segreto di Stato. Un Governo che si vergogna di partecipare all'anniversario dell'evento".