Indignez-vous! è il libro dell'ex-partigiano francese Stephane Hessel. Nei primi 3 mesi dopo la sua uscita ha venduto più di 450mila copie. I cinque punti fondamentali trattati dall'autore sono:
1) Cercare e trovare un motivo per indignarsi. Secondo Hassel i motivi non mancano, basta cercarli. E sostiene che la l'atteggiamento peggiore davanti alle cose è quello dell'indifferenza. Sostiene in oltre che avere un motivo per cui indignarsi sia importante perché ci spinge ad impegnarci nelle cose e al non essere passivi.
2) Mettere in discussione il sistema economico. Hassel sostiene che il grande divario tra i ricchi e i poveri creato da questo sistema economico possa minacciare la pace e la democrazia. Secondo l'autore ci dovrebbe essere una equa ridistribuzione delle ricchezze prodotte.
3) Porre fine al conflitto israelo-palestinese. Nonostante sia un pacifista in un passo del suo libro dice: "In un orizzonte di esasperazione, la violenza va intesa come un esito infelice di situazioni che sono inaccettabili per chi le subisce." Ed aggiunge: " l'esasperazione è un rifiuto della speranza."
4) Diffondere l'idea della non-violenza. L'autore sostiene che la non violenza e la conciliazione delle diverse culture siano le strade da percorrere. Hessel dice: "non possiamo scusare i terroristi che lanciano le bombe, possiamo solo comprenderli. " Poi aggiunge:"la violenza volta le spalle alla speranza." Sostiene, in oltre, che per riuscire a superare i conflitti bisogna basarsi sui diritti. "La violazione di questi, non importa per mano di chi, deve provocare la nostra indignazione. Su questi diritti non si transige"
5) "Creare è resistere. Resistere è creare." Dal 1948 ad oggi, secondo Hessel, sono stati fatti importanti progressi. Tra questi ricorda: la decolonizzazione, la fine dell'apartheid, la caduta del muro di Berlino ed altri. Ma secondo l'autore, "i primi dieci anni del XXI secolo, tuttavia, hanno rappresentato un periodo di arretramento." Secondo Hessel gli anni novanta sono stati anni di grandi progressi. Ad esempio la conferenza sull'ambiente di Rio nel 1992 (indetta dalle Nazioni Unite); o quella sulle donne di Pechino nel 1995.
E conclude il suo libro dicendo: "continuiamo a invocare una vera e propria insurrezione pacifica contro i mass media, che ai nostri giovani come unico orizzonte propongono il consumismo di massa, il disprezzo dei più deboli e della cultura, l'amnesia generalizzata e la competizione a oltranza di tutti contro tutti".
1) Cercare e trovare un motivo per indignarsi. Secondo Hassel i motivi non mancano, basta cercarli. E sostiene che la l'atteggiamento peggiore davanti alle cose è quello dell'indifferenza. Sostiene in oltre che avere un motivo per cui indignarsi sia importante perché ci spinge ad impegnarci nelle cose e al non essere passivi.
2) Mettere in discussione il sistema economico. Hassel sostiene che il grande divario tra i ricchi e i poveri creato da questo sistema economico possa minacciare la pace e la democrazia. Secondo l'autore ci dovrebbe essere una equa ridistribuzione delle ricchezze prodotte.
3) Porre fine al conflitto israelo-palestinese. Nonostante sia un pacifista in un passo del suo libro dice: "In un orizzonte di esasperazione, la violenza va intesa come un esito infelice di situazioni che sono inaccettabili per chi le subisce." Ed aggiunge: " l'esasperazione è un rifiuto della speranza."
4) Diffondere l'idea della non-violenza. L'autore sostiene che la non violenza e la conciliazione delle diverse culture siano le strade da percorrere. Hessel dice: "non possiamo scusare i terroristi che lanciano le bombe, possiamo solo comprenderli. " Poi aggiunge:"la violenza volta le spalle alla speranza." Sostiene, in oltre, che per riuscire a superare i conflitti bisogna basarsi sui diritti. "La violazione di questi, non importa per mano di chi, deve provocare la nostra indignazione. Su questi diritti non si transige"
5) "Creare è resistere. Resistere è creare." Dal 1948 ad oggi, secondo Hessel, sono stati fatti importanti progressi. Tra questi ricorda: la decolonizzazione, la fine dell'apartheid, la caduta del muro di Berlino ed altri. Ma secondo l'autore, "i primi dieci anni del XXI secolo, tuttavia, hanno rappresentato un periodo di arretramento." Secondo Hessel gli anni novanta sono stati anni di grandi progressi. Ad esempio la conferenza sull'ambiente di Rio nel 1992 (indetta dalle Nazioni Unite); o quella sulle donne di Pechino nel 1995.
E conclude il suo libro dicendo: "continuiamo a invocare una vera e propria insurrezione pacifica contro i mass media, che ai nostri giovani come unico orizzonte propongono il consumismo di massa, il disprezzo dei più deboli e della cultura, l'amnesia generalizzata e la competizione a oltranza di tutti contro tutti".
Nessun commento:
Posta un commento